16 maggio 2018
Complesso dei SS. Marcellino e Festo
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Quale futuro per l’optometria italiana?

16 mag 2018, 12:15
30m

Speaker

Prof. Alessandro FOSSETTI (Direttore IRSOO e docente CdS in Ottica e Optometria Università di Firenze)

Description

La nascita dell’optometria risale a oltre centoventi anni fa e si è sviluppata soprattutto nei paesi anglosassoni. Oggi l’optometria è presente e praticata in tutta l’Europa ma il livello di riconoscimento della professione è molto differenziato tra i vari paesi. I caratteri fondamentali dello sviluppo della professione in Italia sono stati determinati dai primi percorsi formativi in optometria, a partire dal 1969, che avevano necessariamente un forte radicamento nei corsi di ottica. Vari i tentativi, tutti falliti, di dare una definizione giuridica alla figura dell’optometrista, fino alla recente istituzione dei corsi di Laurea triennali, resi possibili grazie all’esistenza sul territorio di numerosi docenti qualificati formatisi nei corsi professionali.

Cosa può legittimamente fare chi sia in possesso di un diploma di optometria o di una laure triennale? Intanto è necessaria l’abilitazione ottica, i primi ce l’hanno i secondi la devono acquisire. Con essa possono lavorare come ottico e, secondo le sentenze della Suprema Corte di Cassazione, praticare anche l’optometria, che in Italia oggi significa principalmente fare la refrazione senza restrizioni e applicare le lenti a contatto, anche qui senza limiti. In quest’ultimo campo alcuni degli optometristi italiani sono tra i più preparati in Europa, grazie alla grande tradizione di formazione, che parte da Vinci nei primi anni ’70. Oggi alcuni di essi lavorano per il controllo della progressione miopica mediante la pratica dell’ortocheratologia notturna. L’aumento della prevalenza della miopia sta portando in tutto il mondo a percentuali di diffusione della miopia che superano il 40% e in alcuni paesi orientali raggiunge l’85%. E’ dimostrato che l’ortocheratologia notturna riduce sensibilmente la progressione della miopia e si sta valutando anche l’effetto di lenti a contatto morbide a gradiente di potere per ottenere lo stesso effetto. Gli optometristi sono dunque in prima linea per prevenire l’instaurarsi della miopia o per prevenirne un aumento che avrebbe potenzialmente effetti negativi sui tessuti oculari e sulle funzioni visive. Ma potrebbero anche dare un grande servizio al paese, alla sanità, aiutare a ridurre la code per le visite di primo livello, e a dare un sevizio migliore al cittadino.

Intanto la preparazione dei laureati dovrebbe essere integrata con corsi post laurea. Corsi che riguardino le basi dell’ottica e dell’optometria clinica, necessari per dare competenze utili, e soprattutto basate sull’evidenza scientifica. Senza inseguire chimere di specializzazioni che saranno praticate da pochissimi seguaci e non serviranno a dare aiuto al servizio sanitario. In attesa di poter avere la laurea magistrale e il dottorato. Dopodiché il riconoscimento della figura dell’optometrista non potrebbe più essere rimandato, secondo un percorso che si è cercato di stravolgere senza ottenere risultati fino ad oggi: prima la Formazione poi la Legislazione.

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